L’istruzione può rappresentare da sempre l’antidoto al qualunquismo e all’odio che imperversa in questi anni nella nostra Italia, grazie anche a una classe politica spesso inadeguata e del tutto impreparata.
L’Italia è ricca di insegnanti virtuosi e autorevoli, da Nord a Sud. In questi mesi di lockdown, la scuola italiana e la DAD hanno funzionato solo grazie alla collaborazione tra insegnanti e famiglie. Da sempre bistrattati, sfiduciati e messi in condizioni di disagio, oggi più che mai, è ben chiaro il loro valore. Gli insegnanti non trasmettono solo sapere, consegnano alle famiglie studenti con competenze e capacità comunicative, con regole e socialità, esperienze di vita e vissuto reale.
La scuola non è un parcheggio in cui far trascorrere gli anni della crescita fino ai 16 anni, è un luogo in cui formare socialmente un cittadino che farà la sua parte nel mondo. Saperli motivare, liberarli dall’appiattimento culturale in cui spesso si trovano ed educarli alla passione per la vita è il compito di ogni buon insegnante, da fare con fatica, impegno e dedizione. Riconoscere e aiutarli a superare le loro fragilità può salvare un allievo e anche il suo insegnante.
Oggi fare scuola in classi sempre sempre più eterogenee e plurali è difficile. Ma ci sono insegnanti che si prendono cura dei loro alunni e sanno andare oltre. Ci sono insegnanti che preparano con accuratezza le lezioni, verificano lo stato di apprendimento degli studenti costantemente così da ripetere gli argomenti in caso di difficoltà. Sanno fare buon uso del tempo e degli spazi a disposizione per infondere fiducia nelle proprie capacità ai loro alunni. Lavorano in gruppo con gli altri colleghi per promuovere il loro apprendimento. Sono duttili e creativi, psicologi, educatori e, all’occorrenza, anche un po’ dottori, con grandi capacità di problem solving, Sono grandi ascoltatori dei loro allievi.