Il viaggio nelle parole ed espressioni coniate dal grande drammaturgo William Shakespeare continua. Le parole più conosciute:
- “Lonely” (solitario) utilizzato nella tragedia “Coriolanus”.
- “Gloomy” (buio) adottato come aggettivo nella tragedia “Tito Andronico” (già esisteva, però, come verbo “to gloom”).
- “Laughable” (ridicolo) usato per la prima volta ne “Il mercante di Venezia” per indicare una battuta ridicola che però fa ridere.
- “Majestic” (maestoso) utilizzato ne “La Tempesta”; ha la sua origine da “majesty” che significa maestà.
Le espressioni più note:
- “Faint-hearted” (da “Henry IV”, part I) per “codardo”.
- “Foregone conclusion” (da “Othello”) per “conosciuto in partenza”.
- “Brave new world” (da “The Tempest”) per “il migliore dei mondi o Nuovo Mondo”.
- “For goodness’ sake” (da “Henry VIII”) con il significato “per carità o per l’amor di Dio”.
Altri termini shakespeariani di uso comune: “Hurry” (fretta), “manager”, “Ladybird” (coccinella), “Critic” (critico), “Dwindle” (rimpicciolire), “Belongings” (effetti personali), “Fashionable” (alla moda), “Eyeball” (bulbo oculare).
A distanza di secoli, ancora oggi vengono utilizzati correntemente nell’inglese parlato.