Madre Teresa di Calcutta: la piccola suora diventata santa

Madre Teresa di Calcutta: la piccola suora diventata santa

La vera santità consiste nel fare la volontà di Dio con il sorriso” (Madre Teresa di Calcutta)

Ammirata e capita da tutti, cristiani e laici, indù e mussulmani, Madre Teresa ancora oggi resta l’incarnazione più intensa della carità evangelica.

Per le sue opere di carità, sollevò ammirazione in tutto il mondo; le sue parole sono un inno alla vita e al rispetto della stessa, dalla nascita alla morte. La sua grande forza era nella preghiera e nell’amore con Cristo. La preghiera diventava per lei gioia. 

Ai tanti giovani che le esprimevano la volontà di andarla ad aiutare in India, lei rispondeva di esercitare la carità con I poveri delle loro città. “In Francia, come a New York e dovunque, quanti esseri hanno fame di esser amati: è una povertà terribile, questa, senza paragone con la povertà degli Africani e degli Indiani… Non è tanto quanto si dà, ma è l’amore che mettiamo nel dare che conta…” (cit.)

Nata in Albania nel 1910, Agnes (il suo nome prima di diventare Madre Teresa) resta ben presto orfana di padre e costretta ad affrontare grandi difficoltà economiche. Trova conforto e sostegno nella Parrocchia del Sacro Cuore, dove operano I gesuiti.

Lasciò la casa di origine a diciott’anni con il desiderio di fare la missionaria. La sua prima tappa fu in Irlanda, nell’istituto delle Suore di Loreto dove divenne suor Mary Teresa. Poco tempo dopo, venne mandata a Calcutta, in India, dove prese I voti perpetui e nel 1944 divenne direttrice del St.Mary, una scuola per ragazze.

I successivi venti anni passati nella scuola, serviranno a far crescere la sua spiritualità, a rafforzare la sua fede e a prepararla a quella che sarebbe poi stata la sua opera. Le illuminazioni che il Signore le rivelava inquietavano madre Teresa che si trovava a combattere contro l’indifferenza della gente verso I poveri.

Solo nel 1948 ebbe il consenso di lasciare le Suore di Loreto e riuscì a seguire la sua vera vocazione: dedicarsi ai poveri. Il cambiamento fu segnato anche dal nuovo abito: il sari indiano con le strisce blu che bordavano il velo e la croce appuntata sulla spalla. Prima di trovare casa presso le Piccole sorelle dei poveri, seguì un corso di infermeria e la prima volta che entrò nella periferia di Calcutta, lavò le ferite di un bambino, curò un anziano steso sul ciglio della strada e portò in ospedale una donna agonizzante da giorni che nessuno aveva mai soccorso. In ospedale le dissero che la donna era troppo malata e povera per essere curata, e fu in quel momento che suor Mary Teresa capì che doveva fare qualcosa. 

Occupò previa concessione una parte di un vecchio tempio indù e lo trasformò nella “Casa dei moribondi”, la prima di tante altre fondate nel mondo dagli inizi degli anni ‘60 in poi. 
A partire dagli anni ‘80, vengono fondate quindici nuove case all’anno. Nel 1986 entra nei paesi vietati fino ad allora ai missionari: l’Etiopia, lo Yemen Meridionale, l’URSS, l’Albania, la Cina.  
Madre Teresa ci ha lasciati tutti un po’ più orfani il 5 settembre 1997, giorno della sua morte dopo vari ricoveri in ospedale. La sua scomparsa commosse il mondo intero.

Papa Giovanni Paolo II, nel 2002, comincia il processo di beatificazione e il 19 ottobre 2003, trecentomila fedeli, assistono alla beatificazione di madre Teresa. La sua canonizzazione è avvenuta il 4 settembre 2016 sotto il pontificato di Papa Francesco.

Nella sua vita ebbe tanti riconoscimenti per il suo impegno a favore dei più poveri e dei derelitti, come il Premio Nobel per la Pace ricevuto nel 1979 (I 6.000 dollari del Premio li destinò ai bisognosi di Calcutta).