Spesso gli insegnanti si ritrovano sempre di più a essere oggi i vigilantes delle nuove generazioni, che, raramente, conoscono le regole della buona educazione e del vivere civile. Ma il ruolo di un insegnante non può limitarsi a impartire le regole su come comportarsi in classe, va oltre. Il suo insegnamento è importante per la formazione dei giovani d’oggi, può fare molto per il loro vivere quotidiano e per gettare le basi del futuro.
Per apprezzare gli insegnanti e il loro lavoro e impegno quotidiano, laddove non hanno scrritto i giornali o raccontato le trasmissioni televisive, hanno parlato i film sulla scuola e sull’essere insegnanti. Dal classico “L’attimo fuggente” a “La scuola” di Daniele Lucchetti, ecco 4 film da (ri)vedere.
- “L’attimo fuggente” di Peter Weir (1989). E’la storia di John Keating, insegnante di letteratura fuori gli schemi in un collegio solo maschile, che con il suo modo originale di insegnare vuole portare gli studenti a trovare e seguire la loro strada, anche se diversa da come se l’erano immaginata. Gli studenti saranno contagiati dalla sua passione, apprezzando scrittori e poesie ma l’armonia verrà presto spezzata quando il professore sarà allontanato dalla classe in seguito a un evento traumatico che cambierà tutto. Nell’insegnante, la tristezza dell’allontamento lascerà presto il posto alla certezza di aver smosso le coscienze dei suoi ragazzi e aver insegnato loro l’importanza di vivere il presente e a sapere cogliere l’attimo.
- “Io speriamo che me la cavo” di Lina Wertmüller (1992). Il protagonista è un insegnante elementare genovese, Marco Tullio Sperelli che per errore viene trasferito a Corzano, provincia di Napoli. La scena che si ritrova a vivere il primo giorno di scuola è completamente diversa da come se l’era immaginata: molti bambini non frequentano le lezioni, alcuni già lavorano, la scuola è nel più completo abbandono. Sconfortato, chiede il trasferimento. Ma subito dopo se ne pente capendo che andando via non aiuterà questi bambini, la cui unica speranza per il futuro diventa la scuola.
- “Mona Lisa Smile” di Mike Newell (2003). I fatti si svolgono negli Stati Uniti durante la Guerra fredda e racconta la storia di Katherine Ann Watson che arriva come insegnante di storia dell’arte in un collegio femminile di Wellesley. Katherine scopre ben presto che le sue eccellenti studentesse non hanno alcuna ambizione se non quella di trovare un buon partito da sposare e il collegio le aiuta in questa preparazione. Mettendosi contro tutti i colleghi, Katherine sceglie di offrire alle ragazze nuovi punti di vista sul ruolo della donna nella società con l’aiuto dell’arte.
- “La scuola” di Daniele Luchetti (1995). In una scuola con un corpo docente stanco e sfiduciato, un dirigente del tutto disinteressato agli insegnanti e ancora meno agli alunni, emerge la figura del professor Vivaldi, insegnante di italiano e storia, empatico, appassionato, che si batte per i suoi alunni, anche quelli più incoscienti, perché in ognuno di loro trova un elemento buono che può portarli alla promozione. E’ in perenne lotta con il professor Sperone per la sua mancanza di empatia nei confronti dei ragazzi.