Aveva 26 anni Valentina Tereškova quando nel 1963 realizzò la più grande impresa mai compiuta per una donna negli anni 60: viaggiare nello spazio e (ri)scrivere la storia.
Valentina
nacque in un paesino a circa 270 km da Mosca, a due anni rimase orfana
di padre. Cominciò solo a 10 anni ad andare a scuola, fino ad allora
infatti si prese cura dei suoi fratellini e aiutò la mamma in casa.
Iniziare la scuola in ritardo non rappresentò per lei un ostacolo poiché
a 17 anni riuscì a diplomarsi. Pur volendo continuare gli studi, fu
costretta a iscriversi a una scuola tecnica per corrispondenza e mentre
studiava, lavorava come operaia in una fabbrica di pneumatici e poi di
tessuti.
Valentina era forte, caparbia e coraggiosa. Aveva
22 anni quando fece il suo primo lancio con il paracadute, diventando di
lì a poco una professionista del paracadute e segretaria dei giovani
comunisti del paese.
Ammirava Yuri Gagarin, il
primo uomo ad andare nello spazio. Seguiva con passione la sfida tra
Russia e Stati Uniti nel campo spaziale, in un continuo rincorrersi di
imprese da portare al termine, uno prima dell’altro. E in questa corsa
al primato che nasce l’idea di mandare una donna nello spazio. Nikolai
Kamaninaveva, direttore dell’addestramento dei cosmonautici aveva letto
la notizia sui giornali americani e decise che, anche questa volta, la
Russia avrebbe battuto gli Stati Uniti.
Per l’addestramento
si cercarono in tutto il paese donne che si erano distinte per meriti
aereonautici e la scuola di paracadutismo di Valentina rientrava tra i
luoghi in cui cercare. Per il gran numero di lanci fatti, Valentina fu
segnalata dagli istruttori perché rispondeva ai requisiti fisici che
venivano richiesti per essere una cosmonauta. Superò tutti i test e
arrivò nel gruppo finale con altre quattro candidate.
L’addestramento
durò diciotto mesi; in quei mesi, conobbe anche il suo mito di sempre,
Yuri Gagarin. Valentina sbaragliò tutte le avversarie e partì per la sua
avventura nello spazio.
Restò in orbita per tre giorni, allo scadere dei quali fu espulsa dalla capsula che stava facendo il suo rientro nell’atmosfera. Atterò sana e salva nel Kazakistan. La teoria dei sovietici fu pienamente validata: le donne potevano sopportare stress fisici e mentali al pari degli uomini.
Negli
anni, ha raccolto tanti riconoscimenti e collezionato medaglie al
valore. Fu ricevuta anche da Fidel Castro e dalla Regina Elisabetta, nel
suo tour mondiale arrivò a toccare 44 paesi.
Il suo primo
pensiero, dopo il giro del mondo, fu quello di laurearsi. Ha avuto una
figlia, la sua amata Elena. Valentina oggi ha 84 anni e continua a
raccontare alle donne di tutto il mondo la sua impresa.